Biografia

Gilberto Zorio nasce nel 1944 a Andomo Micca.

Dopo studi all’Accademia Albertiana di Torino, è stato fra i principali esponenti dell’Arte Povera, che si inserisce nella più generale tendenza all’arte processuale, un’arte cioè che mette a nudo i propri elementi e procedimenti, si rivela nel suo farsi e sostituisce alla tradizionale rappresentazione la presentazione diretta dei materiali.

Nella galleria di Gian Enzo Sperone a Torino (1967) aveva presentato opere che apparivano come semplici registrazioni di gesti elementari (come il cilindro di eternit che viene sollevato in equilibrio precario da camere d’aria) e di processi fisici ‘in progress’ (come l’evaporazione dell’acqua marina sulla tenda).
L’energia è la costante che attraversa l’intera opera di Zorio da allora fino a oggi, dagli attrezzi ‘per purificare le parole’, alle stelle, alle canoe, alle macchine irradianti, tutte immagini in movimento.

La stella, figura atavica e cosmica ricorrente nel lavoro di Zorio, appare nel 1972 per la prima volta in un’opera in cui una pelle animale diventa autoritratto dello stesso artista: la stella è al posto degli occhi.
Filo incandescente 1970, giavellotto 1971, raggio laser 1975 sono i vettori d’energia che costruiscono di volta in volta la forma stellare.

Vasi, bacinelle e crogioli, come Alambicchi di vetro e di piombo costituiscono alchemici processi di trasformazione. Non c’è però mai metafora, il rimando a qualcos’altro. A Zorio dell’immagine interessa la forza, non il valore simbolico, dei materiali, anche i più comuni, la possibilità di combinazione che genera positive conflittualità ed energetiche tensioni.